Il bugiardo

dal 13 ottobre 2015 al 1° novembre

“Il bugiardo” è una commedia scritta da Carlo Goldoni ispirata alla “Verdad sospechosa” dello spagnolo Juan Ruiz de Alarcón. Fu rappresentata per la prima volta a Mantova nel 1750 e fu stampata a Firenze nel 1753. Con questa commedia Carlo Goldoni cerca di trasmettere un insegnamento che è rintracciabile nella vita di tutti i giorni, fa capire come in realtà le bugie sono solo uno strumento che in ogni caso, si ritorce contro i bugiardi.

Il bugiardo

Lo spettacolo ha debuttato in prima nazionale a Castel Sant’Elmo nell’ambito del Napoli Teatro Festival (12/13/14/15 giugno 2015).

“Il bugiardo” è una commedia scritta da Carlo Goldoni ispirata alla “Verdad sospechosa” dello spagnolo Juan Ruiz de Alarcón. Fu rappresentata per la prima volta a Mantova nel 1750 e fu stampata a Firenze nel 1753. Con questa commedia Carlo Goldoni cerca di trasmettere un insegnamento che è rintracciabile nella vita di tutti i giorni, fa capire come in realtà le bugie sono solo uno strumento che in ogni caso, si ritorce contro i bugiardi. Ma riesce a farlo tramite una commedia che sembra tutto fuorché un romanzo di formazione, riesce grazie all’ausilio del dialetto veneziano, attribuito alle maschere, a far ridere lo spettatore e a renderlo in effetti quasi partecipe all’interno della storia; i dialoghi rapidi e semplici non danno tempo di pensare ma riescono con molta semplicità a far intendere il messaggio di base della storia. Vuole far capire come in realtà l’uomo si trova continuamente di fronte ad un bivio e per il proprio orgoglio sceglie sempre la via meno giusta, anche dicendo bugie e poi ancora bugie. Questa commedia fa parte del periodo che connota l’innovativa riforma della scrittura teatrale a cui diede vita Goldoni che, se pur attratto dai meccanismi della commedia dell’arte, è molto critico nei confronti della ripetitività e della volgarità in cui era caduta la comicità. Geppy Gleijeses affronterà con la sua indiscussa classe il personaggio di Lelio affiancato da Marianella Bargilli nella parte di Rosaura e da Andrea Giordana che sarà un divertente Pantalone abbastanza inusuale ma sicuramente efficace nel disegno registico. La regia è affidata ad Alfredo Arias, reduce dal grandissimo successo di Circo Equestre presentato al Napoli Teatro Festival 2013, uno fra i più importanti registi internazionali, argentino naturalizzato francese, autore di spettacoli effervescenti animati da un’ironia ora tenera ora folle, che ben si presta all’allestimento di questo testo. Chloe Obolenski scenografa costumista storica di Peter Brook, di chiara fama internazionale lavora fra Olanda, Francia, Germania, Italia, Austria e Gran Bretagna. Questo nuovo allestimento de Il Bugiardo è voluto da Geppy Gleijeses, grande attore napoletano che dedica il suo spettacolo a Mario Scarpetta. I due debuttarono insieme nel 1972 e sempre Mario gli raccomandò, fino agli ultimi giorni della sua vita, di interpretare Lelio, il Bugiardo, appunto.

NOTE DI REGIA
La nostra prima reazione sarebbe quella di punire colui che mente, ed è vero che il testo di Goldoni finisce con il pentimento e la condanna del personaggio di Lelio, colui che durante tutto lo spettacolo non ha fatto che trasformare le situazioni scontate con delle «meravigliose invenzioni». Penso che questo giudizio moralistico non è che una facciata di convenienza e che, dietro questa, c’è la gioia di celebrare coloro che osano proporre una visione romanzesca della vita, anche al prezzo di qualche sofferenza, ma meglio una vita gioiosamente sregolata dalla menzogna che l’insopportabile monotonia del quotidiano. Questa rappresentazione de Il Bugiardo ci propone di celebrare in Lelio un favoloso scrittore inventore, non di un opera letteraria, ma di una commedia umana. [Alfredo Arias]

NOTE
Lelio, il protagonista del Bugiardo, vive in un mondo tutto suo, filtrato attraverso due meravigliosi caleidoscopi: Napoli, dove ha vissuto gli ultimi vent’anni, e Venezia, dove è nato e dove ora è ritornato. Due mondi ideali (tra l’altro le due patrie del teatro italiano) in cui nasce e si sviluppa l’attitudine di Lelio all’invenzione fantastica. E come possiamo noi condannare un uomo felice, allegro e giocondo solo perché vive in un mondo tutto suo? Creato dalla sua fantasia, con azioni e imprese mirabolanti create nei suoi sogni. La vita è sogno, è una grande bugia e Lelio è un Rodomonte, un miles gloriosus che solo quando sogna a occhi aperti, solo quando spara panzane sempre più grosse, cavalcandole come un purosangue imbizzarrito senza esserne disarcionato, è veramente felice! E non è forse questo il nostro grande sogno? Vivere nel mondo che noi abbiamo inventato in cui saremo prìncipi invincibili, grandi conquistatori, dispensatori di gioie senza fine? Potremmo rimproverargli, che questa non è la realtà, che il mondo in cui vive non esiste, ma perché dovremmo richiamarlo a una squallida quotidianità, perché dovremmo trattenerlo attaccandoci ai suoi piedi ed impedirgli di prendere il volo? Va Lelio e divertiti anche per noi,nel mondo del teatro tutto è possibile. E noi scriveremo, come tu hai voluto,sulla tua lapide: “QUI GIACE LELIO, PER VOLER DEL FATO, CHE PER PIANTAR CAROTE A PRIMA VISTA NE SAPEVA ASSAI PIÙ D’UN AVVOCATO E NE INVENTAVA PIÙ D’UN NOVELLISTA: ANCORCHÉ MORTO, IN QUESTA TOMBA IL VEDI, FAI MOLTO, PASSEGGIER, SE MORTO IL CREDI.” [Geppy Gleijeses]

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