Modigliani

dall'8 al 20 marzo

Raccontare la vita e l’opera di Amedeo Modigliani oggi, non significa solo rendere omaggio a uno dei nostri pittori più famosi e amati al mondo ma anche rendere omaggio a un periodo storico.
Dietro all’autore delle donne dal collo lungo c’è una vita vissuta in uno dei momenti più dinamici, movimentati, e stimolanti della storia del ‘900 europeo.

Modigliani

Raccontare la vita e l’opera di Amedeo Modigliani oggi, non significa solo rendere omaggio a uno dei nostri pittori più famosi e amati al mondo ma anche a un intero periodo storico: dietro all’autore delle donne dal collo lungo c’è una vita vissuta in uno dei momenti più dinamici, movimentati e stimolanti della storia del Novecento europeo.
Libertà – Bellezza – Verità – Amore: queste sono le parole chiave del movimento d’artisti provenienti da tutto il mondo e residenti nei quartieri parigini di Montmartre e Montparnasse.

Raccontare Modigliani significa rappresentare anche una delle storie d’amore più famose e commoventi che abbiano mai riguardato un artista.
Come in Romeo e Giulietta, l’amore tra Amedeo e la sua Jeanne Hébuterne non può sopravvivere agli amanti e il loro amore totalizzante, come la vita di Parigi in quel magico inizio di secolo, avrà un grande finale tragico e romantico.

Non si può raccontare Modigliani senza descrivere le donne che lui ha amato e dipinto, con la loro dolcezza, la loro impenetrabilità e sensualità.
Ed è proprio il mondo femminile ad essere al centro di questo spettacolo che racconta la vita parigina del pittore attraverso quattro donne significative della sua vita, quattro personaggi reali ma anche simbolici che scandiscono i diversi periodi della sua arte e della sua vita affettiva.
Del primo periodo è protagonista Kiki de Montparnasse, prostituta e modella famosissima nell’ambiente artistico parigino conosciuta appena arrivato nella capitale francese.
La figura di Kiki è importante nella vita di Modì perché segna l’incontro con un mondo nuovo e sconosciuto per il giovane livornese, quello degli atteggiamenti liberi e disinibiti dell’ambiente artistico e bohémien di cui entrerà a far parte, frequentando, grazie a Kiki, gli artisti dell’epoca: Utrillo, Picasso, Soutine, Brancusi, Rivera. E sarà sempre Kiki che gli farà amare tutto ciò che lo porterà alla distruzione: hashish, oppio e assenzio – “la fata verde”.

Il secondo periodo è rappresentato dalla relazione con Anna Achmatova, poetessa russa, magra, alta, bel viso, capelli neri, occhi da cerbiatta, sposata col poeta Nikolaj Gumilev. L’intesa tra lei e Amedeo è altissima soprattutto dal punto di vista intellettuale: Anna lo calma, lo aiuta a contenere il consumo di alcol e droga.
Tra di loro nasce un amore spirituale e carnale, profondo e pieno di rispetto reciproco. La Achmatova sarebbe potuta diventare il vero grande amore della vita di Amedeo, la donna perfetta per lui ma era troppo legata alla sua terra di origine ed era sposata.
Anna fa emergere il meglio da Amedeo, lo fa parlare e riflettere ma sa anche contraddirlo, i loro discorsi sull’arte mettono in luce le sue convinzioni.
Quando Anna se ne va da Parigi, Amedeo ricade però nella disperazione e nei suoi vizi. Quando non è sostenuta dall’amore, la sua psiche non regge e lo spirito della sua arte si affievolisce.

Si fa strada nel terzo periodo, Beatrice Hastings, ricca, bella, colta, cinque anni più grande di lui, divorziata da un pugile, femminista e progressista. Una giornalista che scriveva da Parigi e inviava le “Impressions of Paris” al quotidiano britannico The New Age. Figura di primo piano nei circoli bohémiens della capitale francese. Beatrice e Amedeo imbastiscono una controversa relazione da conviventi. Lei posa per numerosi suoi dipinti e disegni. Il loro è un grande amore, caratterizzato anche da scenate furibonde. Beatrice ha un forte influsso su Modì ma, insieme, i due fanno scintille, entrambi sono passionali, litigiosi e rancorosi.
Beatrice crede nel talento di Amedeo, lo spinge a fare solo il pittore e a lasciar perdere la scultura per la quale Amedeo ha un’autentica passione. Il marmo è pesante ed è difficile da spostare e da scolpire, la polvere che produce fa malissimo ai suoi polmoni e gli causa tosse e crisi respiratorie. Beatrice lo aiuta in tutti modi, gli paga tele e pennelli, lo fa mangiare ma è anche troppo dominante e impositiva e non concepisce che l’arte non abbia uno sbocco commerciale immediato. I due, dopo una tormentata relazione, si scoprono incompatibili.

Finalmente nella vita di Amedeo, nel quarto periodo, entra la giovanissima Jeanne Hébuterne. Gli amici di Amedeo vedono un cambiamento in lui e dicono: “Quest’amore lo salverà”.
I genitori di Jeanne disapprovano l’amore della figlia per un ebreo, straniero, malato e povero in canna ma la ragazza, di fronte all’ennesimo aut aut della famiglia, lascia per sempre la casa paterna. Grazie a lei Amedeo migliora in tutto, sia come artista che come uomo.
Amedeo, vicino a Jeanne, sembra un altro ma la su salute è minata dalla tubercolosi. Quando Jeanne rimane incinta del secondo figlio, Amedeo muore all’ Hôpital de la Charité. È il 24 gennaio 1920.
Jeanne, all’indomani della morte di Amedeo, straziata si butta dalla finestra del quinto piano, uccidendo con sé anche la creatura che portava in grembo.

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