I miserabili

23 ottobre.4 novembre

La storia del generoso galeotto Jean Valjean, di Fantine e di sua figlia Cosette, dell’oscuro Javert, dei Thénardier, di Marius, Gavroche, Eponine, e di tutti gli altri. I Miserabili appartiene alla storia non solo della letteratura, ma del genere umano.

I miserabili

La storia del generoso galeotto Jean Valjean, di Fantine e di sua figlia Cosette, dell’oscuro Javert, dei Thénardier, di Marius, Gavroche, Eponine, e di tutti gli altri. I Miserabili appartiene alla storia non solo della letteratura, ma del genere umano, come l’Odissea, la Divina Commedia, il Don Chisciotte o Guerra e Pace. Questo romanzo geniale parla a ogni epoca come se ne fosse l’espressione diretta, perché tocca al cuore grandi temi universali come la dignità, il dolore, la misericordia, la giustizia, il male, la redenzione. In scena questa sterminata, meravigliosa sinfonia umana. Franco Branciaroli, un grande “strumento”, in un lavoro, quello sul romanzo di Hugo e sul “suo” Jean Valjean, che l’attore definisce un percorso avventuroso, il ritratto di un’umanità che forse deve ancora venire, una sfida. Questo capolavoro è anche una metafora del Teatro, e quindi l’attore, rappresentando I Miserabili, rappresenta anche sé stesso e la propria arte. Come la società descritta a metà del romanzo (parole che noi trasferiremo nel prologo iniziale), anche il Teatro è stratificato, e conosce doppi e tripli fondi, secondo un gioco necessario che per qualcuno è incanto, o magia, e per qualcun altro è Fato.

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