
Quali forme, nelle nostre società opulente, ha assunto l’impegno politico? Le rivendicazioni sono sempre più parcellizzate.
Puoi avere grandi fabbriche, aziende che licenziano e rischiano di chiudere e con difficoltà vedi dei cortei degni di questo nome. E soprattutto dai giovani – ma non solo – queste situazioni drammatiche sono percepite come cose lontane o, comunque, che vengono dopo… e forse ancora più in là.
Altri sono i temi che possono appassionare e, tra questi, le questioni legate all’ambiente sono forse quelle capaci di trascinare nelle piazze numeri importanti di cittadini: come continuamente le immagini televisive ci rimandano, e – aggiungiamo – per fortuna.
L’ambiente, i cambiamenti climatici, la distruzione della natura sono viste, giustamente, come questioni politiche, che hanno bisogno di risposte immediate.
Jean Giraudoux, è un drammaturgo, romanziere, diplomatico, nelle cui opere, grazie a una intelligenza di stampo illuminista (e per questo, è considerato troppe volte come autore di opere di impronta borghese) affronta, rileggendoli con ironia e profondità, temi politici e personaggi mitici, e con l’amicizia che lo lega a Louis Jouvet – con cui ha costruito nel tempo un vero sodalizio artistico – crea alcune tra le più belle opere teatrali francesi degli anni Trenta.
Nel 1943, durante l’occupazione tedesca, scrive – quasi a premonizione dei tempi a venire – questa folle, ecologica, politica, poetica ed ingenua commedia fantastica, “La folle de Chaillot”.