La Giara e La Patente, entrambe contenute nella raccolta Novelle per un anno, si presentano come le due novelle più esilaranti e famose di Luigi Pirandello. Sono commedie paradossali, dove l’autore mette a nudo le fissazioni maniacali dell’essere umano attraverso personaggi grotteschi e situazioni drammaturgiche geniali, per raccontare le nevrosi e l’umorismo della sua Sicilia.
E nevrotico è senza dubbio Lolò Zirafa, protagonista de La Giara, uomo ricco e ossessionato dal denaro, diffidente del prossimo che a suo parere non desidera altro che derubarlo e preda degli avvocati che si arricchiscono grazie a tutte le cause perse e da lui maniacalmente perseguite.
Così come Rosario Chiarchiaro, ne La Patente, è il personaggio pirandelliano, interpretato al cinema anche da Totò, che incarna in pieno il paradossale e il pessimismo esistenziale che sono alla base di tutta la scrittura di Pirandello. Modesto impiegato, licenziato perché considerato uno iettatore, chiede ufficialmente alle autorità la ‘patente di iettatore’, miseramente costretto ad esistere solo grazie alla ‘maschera’ che gli altri proiettano su di lui.
Ancora una volta, Pirandello, si esprime nei temi a lui cari e invoca la soluzione umoristica per risolvere le avviluppate vicende dei suoi protagonisti.